IL MISTERO DELLE LAMPADE DI DENDERA LA NUOVA IPOTESI. a cura di Lucio Tarzariol
Sotto articolo di Lucio Tarzariol uscito su Archeo misteri Magazine n° 31 nel maggio 2017.
Il tempio di Hathor a Dendera, come
molte altre costruzioni egizie, sorge sul Nilo a nord di Luxor, in un imponente complesso archeologico
tra la valle ed il deserto. L’edificio è situato a circa 2,5 km a sud-est di
Dendera chiamata anticamente dagli egizi Iunet e Tertyris. Il Tempio,
ufficialmente di origine tolemaica era
dedicato, per l’appunto, alla dea Hathor, moglie del dio Horus e dea egizia della fertilità. Il tempio sembra essere stato costruito in epoca
romana, infatti, alcune rappresentazioni mostrano imperatori romani accanto a divinità
egizie, ma probabilmente fu eretto su un tempio preesistente. L’edificio si innalza con possenti mura di mattoni crudi, e all'interno si trovano
due sacrari, dove si celebravano i misteri della “Nascita divina”, un lago
sacro per i riti di purificazione, un tempio dedicato, per l’appunto, a
Iside-Hatohor; e vi si trovano anche le rovine di un'antica chiesa copta. La scoperta più curiosa che ha fatto discutere
ricercatori e studiosi, fu fatta verso la metà dell' 800 da Auguste Mariette,
tra l’altro fondatore del Museo Egizio del Cairo. Si tratta delle famose cripte
di Dendera ricche di numerosi bassorilievi ben conservati e di pregiata
fattura, raffiguranti, secondo gli archeologi, scene religiose e misteriosi rituali.
Infatti nella maggior parte di questi bassorilievi sono raffigurate scene di
processioni e antichi rituali sacri; ma un bassorilievo, tutt’ora, incuriosisce
particolarmente, fu infatti battezzato "pietra delle serpi" ed è l'unico
che si può ancora ammirare nell'unica cripta lasciata aperta ai visitatori,
dopo i misteriosi furti del 1973. In
questo bassorilievo si notano due giganti che sorreggono due enormi oggetti che
sembrano "lampade" con cavi a treccia attaccati a una sorta di
moderno generatore. Questo generatore ha la forma di uno "Djed",
raffigurazione rinvenuta in molti altri disegni e bassorilievi egizi, ritenuto
generalmente “la colonna vertebrale di Osiride”, ma di cui non si è ancora
potuto accertare con esatezza la funzione e per il quale, Io sono l’unico a
ritenere, che si tratti di un generatore elettromagnetico a bassa frequenza,
infatti i vari piani rappresenterebbero, a mio parere, semplici onde elettromagnetiche.
Da queste somiglianze alcuni ricercatori seguono la vecchia teoria di Norman Lockyer, in altre parole hanno pensato che gli antichi egizi conoscessero la corrente elettrica. Ma la verità, sempre a mio parere, è un'altra. Inizierei a tralasciare la teoria che vuole William Crookes conoscitore dei segreti rappresentati nella cappella di Dendera e che da queste rappresentazioni riuscì, successivamente ad elaborare il suo tubo ad raggi X, dato che il suo tubo, è probabilmente, l’evoluzione di quello creato da Heinrich Geissler; e poi, a dir il vero, è tutta un’altra cosa che non lega per niente alle simbologie egizie. Alcuni studiosi, invece, ritengono che dietro lo strano simbolo che sembra una lampadina vi sia una stilizzazione di due elementi naturali quali: il fiore di loto ed il serpente, cosa che più si avvicina alla logica egizia. Di seguito vedete un utilizzo dello stesso simbolo all’interno di una “frase” scritta con i classici caratteri geroglifici:
La traslitterazione del geroglifico, secondo alcuni studiosi indicherebbe, guarda caso: “cerimonia relativa all’erezione di santuari, cappelle, templi”. Infatti a mio parere, questo geroglifico identifica il luogo dove veniva attuata “un’oscura energia a bassa frequenza” che serviva in primis alla “Creazione”, poi all’iniziazione, trasformazione e modulazione animica, e cura energetica sotto l’egida “dell’Incubatio” voluto dai sacerdoti. In altre parole, gli stessi rituali che già si praticavano inizialmente ad Abido, nella “Casa della Vita”, poi nelle Piramidi e, successivamente, anche nell’Asclepion greco dedicato, per l’appunto, al Dio della medicina Asclepio. Infatti, la traduzione della frase potrebbe essere: “tempio costruito per i rituali dell’anima”; dove era possibile la “Creazione e anche il ringiovanimento”, e dove avvenivano contatti con la “Divinità”, in altre parole, quelle che oggi chiamiamo “Abduction”. Vi ricordo che i libri della Casa della Vita erano segretissimi e ritenuti, per l’appunto ritenute: “emanazioni di Ra” o “anime di Ra”, in grado di attuare la potenza del Dio creatore. Ad esempio, anche nell’incubatio, l’adepto si recava, in stato di purezza presso il Tempio sacro e dopo un sacrificio propiziatorio, nell’addormentarsi riceveva, “in sogno” la visita del Dio per ottenere l’ipotetica “guarigione”. Infatti, non è un caso, che secondo alcune ipotesi, l’anima sembrerebbe essere una sorta di “campo elettromagnetico” che, a mio parere, veniva in qualche maniera gestita nelle ritualità del “Tempio”, che con tutta probabilità era “una stanza energetica”, dove avveniva anche “l’Incubatio”. Stanza energetica realizzata con il quarzo del granito, con il suo potere piezoelettrico, attivato dalle pesanti pietre calcaree esterne delle piramidi e dei templi. Infatti, solitamente nell'edificio templare al centro del recinto si costruiva interamente in granito; ecco perché all’interno della “tomba del Visitatore” che pare essere la tomba del Dio Osiride, gli stessi scopritori del K.G.B, russo avvertirono una particolare energia magnetica repulsiva proprio sulle pareti; questa forza probabilmente costringeva l’anima in un dato luogo, impedendone anche l’uscita ove occorresse.
“Camera energetica” dipinto di Lucio
Giuseppe Tarzariol
Questo segno geroglifico, sopra evidenziato: j t r . t , n T r y , t A . w y (Institut d’Égyptologie Université Paul Valery, Valeurs phonétiques des signes Hiéroglyphiques d’epoque Gréco-Romaine, Montpellier, 1990, 537, nn.1501-1509), rappresenterebbe, ufficialmente, il Serpente primordiale che si erge dal fiore di loto. Infatti gli egizi, rappresentavano “l’Emergere dalle acque”, lo “Spirito della vita”, come un fiore di loto che sboccia, dai petali rovesciati per rivelare la “Divinità animica” che da la Vita, la Luce (non la luce elettrica ma, a mio parere, l’Anima che ci giunge dall’Atum-Ra) ed il suo movimento; ecco perché vicino ad ogni tempio antico vi era l’Acqua, come ad Abido e in molti altri templi sparsi in tutto il mondo. Non a caso il fiore di loto è in sé una forma del Dio Supremo; per cui vi è l’Anima rappresentata all’interno del fiore di loto che in questo simbolo sembra, ripeto sembra, un’odierna lampadina; ma può sembrare anche un contenitore di energia o di una copia animica umana come spiegano gli adotti delle abduction. (Non è un caso che il fiore di loto rappresentato anche alla base delle lampade della cripta di Dendera assume il seguente significato: "Il loto è legato al dio Nefer-Tum. (Realizzazione perfetta di Atum) , una delle espressioni della luce e della resurrezione.. La presenza del loto sulle acue del Nun segna la rinascita del processo di trasformazione della materia in spirito, della temporalità in luce. Cfr. M-L Rihiner. L'offrande du lotus, Bruxselles 1986. (tratto da Isegreti dell'antico Egitto interpretati da Jean F. Champollion di Christian Jacq). Infatti potrei supporre che l’anima è racchiusa in ampolle dagli Dèi che, Attraverso la “Creazione”, la prestano all’uomo per l’arco della sua Vita e poi viene ripresa arricchita dall’esperienza necessaria all’Esistenza”. Infatti il cavo intrecciato assomiglia, guarda caso, anche alla raffigurazione del DNA, o se volete, un “caduceo allungato” e come ci dicono gli adotti è al suo interno che circola e si fissa l’Anima.
Notare il
confronto tra lo Zed senza braccia della prima figura a destra che indica una
“Vita” che deve ancora nascere dall’amore degli uomini, (figura sotto), quindi
in uno stato di ricevimento dell’Anima dagli Dèi; e lo Zed della seconda figura
a sinistra, con le braccia tese in segno di donazione del soffio vitale
dell’Anima agli Dèi. Lo Zed è la “transazione elettromagnetica” per ascendere
al cielo; nel famoso “Libro dei morti”,
Pre-em-Ra, il cui significato è, guarda caso,: “uscita verso la luce” si legge
di una cerimonia attuata molto prima delle stesse piramidi, dove l’immagine
distesa del dio Osiride veniva eretta con un rito, per l’appunto, di
“Raddrizzamento dello Zed”.
Detto
ciò, qui vi rivelerò, la mia interpretazione, o se volete, il profondo segreto
delle “lampade di Dendera”, ovviamente, dal mio punto di vista. In rete,
generalmente, trovate questa spiegazione in riferimento alle lampade di Dendera: ”l’ingegnere
svedese Henry Kjellson, nel suo libro "Forvunen Teknik "(tecnologia
scomparsa), fece notare che nei geroglifici quei serpenti sono descritti come
"seref", che significa illuminare, e ritiene che si riferisca a
qualche forma di corrente elettrica. Nella scena, all’estrema destra, appare
una scatola sulla quale siede un’immagine del Dio egiziano Atum Ra, che
identifica la scatola quale fonte di energia. Attaccato alla scatola c’è un
cavo intrecciato che l’ingegner Alfred D. Bielek identifica come una copia
esatta delle illustrazioni odierne che rappresentano un fascio di fili
elettrici. I cavi partono dalla scatola e corrono su tutto il pavimento, arrivando
alle basi degli oggetti tubolari, ciascuno dei quali poggia su un sostegno
chiamato "djed" (lo Zed), che Bielek identificò con un isolatore ad
alto voltaggio. Ulteriori immagini trovate all’interno della cripta mostrano
quelle che potrebbero essere altre applicazioni del congegno: sui bassorilievi
si vedono uomini e donne assisi sotto i tubi, come in una postura per creare
una modalità ricettiva. Che tipo di trattamento irradiante vi si stava
svolgendo”? A mio parere
all’interno di quegli oggetti che sembrano bulbi di lampadine, vi è
rappresentata semplicemente “l’Energia
Animica”, che viene controllata dagli Dei (i biblici Nephilim, Elohim), qui
rappresentati dalle figure giganti, ma, come potete notare dalle immagini, è
prerogativa dell’uomo, in quanto solo l’Atum Ra ed i suoi operatori archetipi
come il figlio Shu, ecc; che possiedono per natura l’origine animica umana.
Infatti i cavi intrecciati rappresentano anche il DNA e l’anima che ne circola
all’interno, come nel simbolo del caduceo e come dalle rivelazione degli adotti
delle abduction. Il percorso di questi cavi ci comunica che quest’Energia
deriva dall’ “Atum Ra”, in altre parole dal “Sole Creatore”, o meglio da tutti
i componenti dell’Etere divino, “magnetico”, le divinità archetipiche del Dio
dell’aria Shu, suo figlio, atte a sostenere la volta celeste,
“il corpo della figlia, la dea Nut”.
Infatti, il glifo che li raffigura, guarda caso, è per
l’appunto lo zed con le braccia alzate a sostegno del cielo, o meglio “donare
al cielo”; la moltitudine degli uomini e delle anime che si riuniscono nel Dio “Heh”
che assume anche il significato secondario di milioni, associato ad altri
milioni che ufficialmente rappresenta le perversività dell'aria; comunque un
Dio che qui è rappresentato come uomo sopra una sorta di “scatola”, con sopra
il disco solare; mentre lo Zed che ufficialmente rappresenterebbe la “Colonna
di Osiride”, a mio avviso qui rappresenta anche la materia, o meglio le onde del
magnetismo terrestre, i quattro elementi, il corpo fisico umano che detiene in
se la “Parte Animica”. Infatti il “soffio fecondativo della Creazione”, le “braccia
alzate che simboleggiano l’animazione, “il dare vita” e che spesso sono legate
proprio allo Zed, rendono a Dio l’Anima. In altre parole, tutto avviene nel
“Campo magnetico” creato dal granito con la sua proprietà piezoelettrica nella
“Casa della Vita”, dell’ anima che pare essere essa stesa un campo elettromagnetico”;
quindi una “Casa”, in un particolare luogo energetico, dove avviene la
“Creazione” ad opera degli “Archetipi universali”. Le figure umane sotto sono
dediche a servire gli Dei e ad amarsi e procreare, (vedere altra immagine con
la donna in cinta) rassegnati dell’loro stato di inferiorità creativa
nonostante il possedimento della parte animica immortale. Per cui appare chiaro
che sebbene l’Anima giunga dal “Creato” sono gli Dei che per il Dio, la
controllano e la sperimentano, acquisendo le informazioni “esistenziali” anche
dall’uomo; ed è ciò che accade anche nelle abduction. Infatti, guarda caso,
nelle rappresentazioni ritroviamo anche il noto “Serpentone” delle abduction,
(la figura rettile a destra con i coltelli in mano), o se volete, il biblico
“Diavolo separatore cacciato dal Paradiso a corrompere la razza umana”; la
necessaria “parte duale”; in ogni caso un “Serpentone” proteso a tagliare
questo “ciclo animico” di “Esistenza”; ed in certi bassorilievi pare lo confermino
anche i geroglifici ivi raffigurati e tradotti. Serpentone che nell’immagine
sopra, per gradi di grandezza sta tra l’uomo e gli Dei stessi. Notare anche la
diversità delle sequenze dell’immagine ripetuta, che sembra comunicarci che
dall’amore degli uomini (coppia umana sotto la prima figura a destra) si crei
la prole, la continuità a servizio degli Dei (figura umana tesa a donare la conoscenza
della sua vita agli Dei) pronta a sostenere “la nuova parte Animica”, la
rinascita; in quanto il Dio Creatore attraverso i suoi Dei archetipi deve
conoscere “Tutto”, anche ciò che è la Vita materiale vissuta dall’uomo; Infatti
nello secondo zed ci sono le braccia attaccate, per dirci che “viene ridata
l’anima al Dio”. Inoltre il primo serpente all’interno della “Lampada” o meglio
fiore di loto, a destra guarda dietro, “origine”, mentre il serpente seguente,
guarda avanti “evoluzione, rinascita”, quanto necessario all’esistenza dello
stesso “Dio Creatore”, l’Atum Ra”. Inoltre, bisogna ricordare che il serpente
per gli egizi era simbolo di “Energia divina”, e cosa può esserlo se non
l’Anima. Forse sono riuscito ad entrare nei segreti egizi più profondi? E come
ci dice la già
citata stele del Louvre C.232 che, a proposito, non potrebbe avere parole
migliori di queste: “O voi tutti sacerdoti che penetrate
nelle parole del dio e siete abili nelle scritture, voi che siete stati
illuminati nella “Casa della
Vita” e avete scoperto le vie degli
dèi, voi che siete penetrati negli archivi della biblioteca, che siete abili
nei lavori degli Antenati, che comprendete l’essenza di ciò che è scritto sui
muri, voi che iscrivete le tombe e che interpretate i misteri…”. Per cui quel "seref", che
pare significhi “illuminare”, a mio avviso significa: concepire la “Conoscenza
delle vie degli Dèi”, fare acquisire all’uomo l’Anima e la semplice
consapevolezza di questo ciclo vitale naturale; in un'unica parola
“Trasformazione, Metamorfosi” che nel tempo è stata dimenticata e scemata nei segreti
delle logge massoniche più disparate. L’interpretazione che questi rilievi
rappresentino delle lampade elettriche non tiene conto delle diverse figure:
giganti, uomini e serpenti che non simboleggiano niente di tecnologico ma la
realtà dei fatti naturali, ben altra cosa, come desume lo stesso dottor Bolko
Stem che dettagliatamente spiega che niente si riferisce all’energia elettrica.
Dendera era arcaicamente un luogo di cura e probabilmente si attuavano i “riti segreti di Iside e Osiride, dell’Incubatio” come successivamente
avvenivano nei templi greci chiamati Asclepion, quindi legati al sapere
ermetico e alle odierne abduction, cosa approfondita in questo e altri miei
articoli. Vi ricordo che l`iniziato egizio prendeva posto nel “Vascello
solare”, per solcare le “Acque”, cioè il cielo ed era accompagnato, per
l’appunto, “dalle Divinità”. Un`invocazione a Ra riferisce: "...i
serpenti cantano e ti esaltano. I divini serpenti illuminano le tenebre per te.
Le tue due "figlie-serpenti" ti trainano nella tua forma... Le dee
serpenti dell`Uranos ti acclamano, le dee serpenti ti rendono lodi...". Vi invito a fare attenzione sulle
parole
“ti trainano nella tua forma” che ci riportano ai casi noti delle abduction.
Rammento che la Dea Hathor veniva adorata anche presso il Monte Horeb. Infatti nel 1904 l'archeologo Sir William Flinders Petrie nella sua spedizione, esplorando la cima del Monte Serabìt, meglio conosciuto, per l’appunto, come Monte Horeb, dal racconto biblico di Mosé e dell' Arca dell' Alleanza, un altopiano nel Sinai; ritrovò le rovine di un antico tempio egizio dedicato proprio alla dea Hathor risalente al 2600 a.C. ed in loco vennero scoperte: alcune verghe di colore blu costituite da uno sconosciuto materiale durissimo, due pietre coniche di 15 e 22,5 centimetri di altezza, un crogiolo usato in metallurgia e alcune tonnellate di una polvere bianca perfettamente pulita, non inquinata da altri componenti, sotterrata sotto le pietre. Polvere identificata e nominata più volte sui muri e sulle steli del tempio con il nome di "mfkzt". Nel tempio altre iscrizioni indicavano tale polvere raggruppata in coni indicati come "pane di luce" o, "pane bianco". C’è da chiedersi perché le due steli risalenti ai regni di Thutmosi III e Amenonhotep III, ritrovate sul Serabit portano incisioni dove si vedono i faraoni presentare una sorta di cono agli Dèi? Le scritte su di esse indicano che si tratta proprio del "Pane bianco" che dona la vita. Sul monte si produceva la polvere bianca e pare che l'oro fosse uno dei suoi componenti. Infatti nelle incisioni di Karnak, sono state rilevate rappresentazioni di pani conici così come nei graffiti del Serabìt. In uno di questi è raffigurato Tuthmosis III in presenza della dea Hathor. Davanti a lui vi sono due afe votive apparecchiate con fiori di loto e dietro di lui un uomo con in mano un oggetto conico descritto, per l’appunto, come "pane bianco". Un altro rilievo ritrae il tesoriere Sobekhotep, mentre offre un pane conico al faraone Amenhotep III. In quest'occasione Sobekhotep viene descritto come “colui che portò la nobile e preziosa pietra a sua maestà” e viene chiamato, nello specifico: “il Supremo Custode dei segreti della Casa dell'Oro”; nella sezione dei metalli, vi si trovano un certo numero di oggetti conici; ed alcuni geroglifici spiegano che sono fatti d'oro e sono definiti "Pane bianco", Manna il “Pane di Luce”. Dopo gli scavi di Saqqara e la scoperta di Testi, molto ben conservati, rinvenuti e decifrati in alcune piramidi tombali, si cominciò ad avere qualche idea più chiara circa questa famosa sostanza; infatti, in uno di questi Testi era descritto il viaggio del faraone, dopo la morte, verso il “Campo di Mfkzt”: da ciò gli studiosi dedussero che il “Pane bianco” probabilmente, consentiva la possibilità di trasferirsi in una dimensione diversa, un campo alternativo a quello terreno, e ciò ci porta ancora a ricordare la “bolla spazio temporale” delle odierne abduction. l' Institute for Advanced Studies del Texas ha descritto questo “Pane di luce” sostanza come "materia esotica", e la sua superconduttività è stata descritta dal Center for Advanced Study dell'Illinois come "la più sensazionale proprietà fisica nell'Universo". Quindi pare che vengano confermate: “la Sacra levitazione” o “Divina comunicazione”, o come potere fenomenico “dell'electrikus”. Detto ciò mi sento di presupporre che le abduction sono state attuate da sempre e celate nelle molteplici ritualità religiose di tutti i tempi; proprio come se “vivessimo da sempre una medesima realtà” necessaria all’esistere degli stessi Dèi. Vi ricordo che anche nel Blue Planet Project, che è una serie di annotazioni provenienti da pseudo scienziati che pare abbiano lavorato a programmi top secret statunitensi e poi diffuso notizie segrete alla popolazione americana che secondo loro avevano il diritto di sapere la “realtà aliena” e i traguardi scientifici nascosti dal governo. Nella parte che tratta dei “Crop circles phenomena”, in altre parole, del fenomeno dei misteriosi Cerchi del grano, si parla anche dell’esistenza del “multiverso”, cioè si conviene sull’esistenza di più dimensioni in altre differenti frequenze dalla nostra e che Noi non conosciamo trovandoci nella terza Dimensione. Secondo questa prospettiva, esisterebbero viaggiatori dimensionali che vengono nella nostra dimensione, utilizzando un processo di accelerazione di particelle che gli permetterebbero di saltare tra le varie dimensioni. Questa possibilità è ben discussa tra gli studiosi di abduction che accennano a “bolle temporali” e fatti simili o analoghi, raccolti ed ottenuti dalle indagini sugli addotti. A tal proposito si parla di antichi circuiti di energia attiva, antichi edifici, cerchi di pietre e tumuli costruiti in corrispondenza di sorgenti e corsi d’acqua sotterranea, che, per l’appunto, sarebbero collegati con linee energetich; questo creerebbe una sorta di campo elettromagnetico naturale creato dall’acqua, combinata con la presenza dei depositi sotterranei di quarzo. Inoltre, gli effetti gravitazionali lunari sull’acqua, la massa di terra e l’accumulo di una carica magnetica elettrica del quarzo produrrebbe una scarica energetica periodica ed in merito a ciò, si potrebbe sospettare che questa “Energia” fornisse le necessarie condizioni per altre civiltà site in altre dimensioni, la possibilità di poter iniziare a sperimentare con la nostra Dimensione, il nostro universo, o meglio il nostro Mondo creando “Portali dimensionali”. A questo punto c’è da chiedersi se le costruzioni antiche costruite in granito e vicino alle fonti d’acqua, non fossero state opere concepite per tali fini, atte a realizzare energie necessarie agli alieni per giungere nella nostra dimensione e creare questi contatti, che gli antichi abitanti della Terra credettero interventi “Divini”?
Incuriosisce
il fatto che le lampade attraverso il filo sono collegate properio allo zed che
è di granito e contiene quarzo per cui con capacità piezoelettrica, quindi una
energia usciva dallo zed, “come accade anche nella grande piramide di Giza,
dove lo Zed è compresso dalla pietra calcarea”, ma questa energia dava la
“Vita”, crea “l’Essere”, come rappresentato dal “fiore di loto” e veniva usata
nella ritualità, ma non serviva per illuminare. Non a caso alcuni cristalli
dielettrici, come il quarzo, presentano una particolare proprietà elettrica:
quella di generare un accumulo di cariche elettrostatiche, di segno opposto,
all’estremità di uno degli assi polari se sottoposti a compressione meccanica.
Questa separazione di cariche genera un campo elettrico che permane fintanto
che si mantiene inalterata la compressione. L’intensità del campo elettrico di
un singolo cristallo è praticamente trascurabile, ma sommando l’azione di una gran
quantità di cristalli, il campo risultante potrebbe raggiungere un’intensità
ragguardevole, tale da superare il gradiente dielettrico del mezzo in cui si
trova e generare quindi una scarica elettrica con possibili emissioni luminose.
Questo meccanismo è stato indicato da alcuni ricercatori (Finkelstein, Powell,
Hill) come il responsabile di alcune forme di EQL [25, 26, 27]. Il testo completo lo trovate nel libro: Il mistero di Dendera, la nuova ipotesi, store Mondadori:
Lucio TARZARIOL
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